Perdere peso è un meccanismo assai complesso che deve, necessariamente, essere guidato da un nutrizionista esperto, qualificato, formato ed aggiornato.
Moltissimi infatti sono i pericoli che si nascondono dietro alle diete miracolose ed al fai da te. Tra questi il più frequente è quello di riprendere il peso perso.
Veder muovere l’ago della bilancia, perdere peso, non è sufficiente, ed esiste una differenza sostanziale tra il perdere peso e dimagrire.
Dimagrire significa perdere unicamente massa grassa, altrimenti perdendo massa magra si deperisce e perdendo acqua ci si disidrata.
Le differenze sono evidenti e determinano importanti conseguenze.
Molti programmi di dimagrimento miracolosi millantano importanti perdite di peso in brevissimo tempo. Ebbene, questa perdita di peso, nella stragrande maggioranza dei casi, sarà a carico della massa magra, causando notevoli problemi sul lungo periodo.
Il primo problema è proprio l’efficacia della dieta.
Il depauperamento della massa magra, e in particolare della componente muscolare, comporta un conseguente abbattimento del valore di dispendio energetico basale. Di conseguenza la dieta, per quanto ipocalorica, se non garantisce un corretto apporto proteico, perderà di efficacia nonostante l’iniziale successo. Un soggetto che perde peso perdendo massa magra sarà, in definitiva, una vittima del tanto temuto effetto Yo-Yo.
La massa magra e la massa muscolare in particolare, sono componenti fondamentali nella composizione corporea di un soggetto e da essa dipende gran parte del dispendio energetico basale.
Il dispendio calorico di un soggetto, ossia il valore complessivo delle calorie necessarie per la sopravvivenza e per lo svolgimento delle sue attività, è composto da molto fattori.
Concorrono a determinare il valore totale di dispendio energetico: il valore di metabolismo basale, l’attività fisica e la termogenesi indotta dalla dieta.
La principale componente del fabbisogno calorico totale è il metabolismo basale, capace, da solo, di coprire fino all’80%. Il metabolismo basale è la somma di tutte le necessità energetiche che garantiscono al soggetto la sopravvivenza ed è direttamente correlato, semplificando, alla composizione corporea. La massa muscolare, particolarmente ricca di mitocondri (organelli cellulari deputati alla produzione di energia) è, in definitiva, la principale responsabile di questo valore.
Un soggetto muscoloso, ben allenato, con una importante massa muscolare, avrà un metabolismo basale (ossia un dispendio calorico a riposo) ben più alto di un soggetto di egual peso ma con una minor presenza di massa muscolare ed una maggior presenza di massa grassa.
Da queste motivazioni si comprende facilmente come il segreto di una dietoterapia dimagrante realmente efficace non sia perdere peso, ma piuttosto perdere massa grassa risparmiando al contempo massa muscolare e, di conseguenza, il dispendio calorico.
Si può preservare la massa muscolare nutrendola attraverso un corretto apporto proteico, persino all’interno in un regime dietoterapico chetogenico fortemente ipocalorico come dimostrato dagli autori dello studio: Effects of a Personalized VLCKD on Body Composition and Resting Energy Expenditure in the Reversal of Diabetes to Prevent Complications (L. Romano et all.).
Gli autori dello studio hanno somministrato due grammi di proteine ogni kg di massa magra misurando quest’ultima attraverso la metodica di riferimento, ossia una densitometria a doppio Raggio X (DXA). Questo apporto proteico è stato condizione necessaria e sufficiente per ottenere dai partecipanti allo studio una perdita di peso a carico della massa grassa, ossia un dimagrimento con contemporaneo risparmio di massa muscolare.
Scrivere un protocollo dimagrante realmente efficace deve quindi necessariamente partire dalla componente proteica.
L’apporto totale di proteine dovrà, però, essere calcolato sia in termini quantitativi che in termini qualitativi. Sarà fondamentale la valutazione della qualità in termini di valore biologico, biodisponibilità, digeribilità.
La qualità delle proteine è infatti determinante perchè le proteine, tra loro, non sono tutte uguali.
Molto importante, ad esempio, è la presenza di aminoacidi ramificati ed in particolar modo di leucina. Altro aspetto da tenere in considerazione è la presenza di aminoacidi essenziali ed il loro rapporto. Come sappiamo infatti, gli aminoacidi essenziali sono quegli aminoacidi che il corpo umano non è in grado di sintetizzare e che deve necessariamente assumere da fonti esterne.
Il totale apporto proteico dovrà poi essere biodisponibile, ossia realmente disponibile per l’utilizzo una volta superati i processi di digestione ed assimilazione.
Per queste motivazioni, molto spesso durante una dietoterapia chetogenica si ricorre all’utilizzo di integratori.
Saper scegliere l’integratore adeguato è una tappa fondamentale per la riuscita della dietoterapia.
Molti sono gli integratori in commercio ma soltanto alcuni garantiscono una elevata biodisponibilità, una presenza corretta di aminoacidi essenziali ed una palatabilità gradevole.
Nutrire la massa muscolare del paziente attraverso un corretto e ben determinato apporto proteico è quindi la tappa chiave del processo di dimagrimento perchè da essa, come illustrato, deriva gran parte del dispendio energetico basale del soggetto, e, in definitiva, il successo della dietoterapia stessa.