L’ansia, la depressione, la composizione corporea. Nuove evidenze scientifiche evidenziano il ruolo svolto dalla flora intestinale e dalla supplementazione di probiotici.
Di Marco Marchetti
La depressione, ovvero il celebre “black dog”, come venne magistralmente descritta da Winston Churchill, è una patologia che affligge milioni di persone in tutto il mondo. In questi pazienti il tasso di incidenza di disordini digestivi ed intestinali risulta notevolmente maggiore rispetto che in altri.
Partendo da queste considerazione un nuovo studio: “Clinical, gut microbial and neural effects of a probiotic add-on therapy in depressed patients: a randomized controlled trial” di Anna-Chiara Schaub et All. ha evidenziato il ruolo svolto dalla flora intestinale.
In questo studio, a due distinti gruppi di pazienti affetti da depressione, sono stati somministrati una specifica formulazione di probiotici oppure un placebo, e sono stati analizzati diversi aspetti riferibili alla loro pregressa patologia. I risoltati sono stati notevoli ed hanno permesso di stabilire, ad esempio, un collegamento tra il miglioramento della sintomatologia ed il cambiamento della flora intestinale riscontrato all’analisi delle feci. L’utilizzo di una risonanza magnetica, inoltre, ha dimostrato che l’attività celebrale migliorava (avvicinandosi a quella di pazienti non depressi) soltanto nel gruppo trattato con probiotici e non in quello trattato con placebo.
L’auspicio finale degli autori è quello di poter individuare una corretta formulazione di probiotioci in grado di massimizzare gli effetti riscontarti.
Già da tempo era nota l’attività di una supplementazione di probiotici in altre difficoltà psichiatriche come l’ansia.
L’ansia viene comunemente definita come uno stato psichico caratterizzato da una condizione di preoccupazione o paura che, in seguito ad un mancato adattamento allo stimolo che la ha generata, si trasforma in uno stress per l’individuo.
L’ansia colpisce tutti, ma alcuni soggetti possono essere maggiormente predisposti.
E’ noto infatti il legame esistente tra le citochine infiammatorie e l’insorgenza e la progressione di alcuni disturbi dell’umore.
Ad esempio, mutazioni a singolo nucleotide (SNP) come quelle che possono essere identificate a carico dell’IL1beta possono essere correlate ad alti livelli di citochine e quindi, potenzialmente, possono giocare un ruolo anche nella progressione di svariati disturbi dell’umore, tra cui l’ansia.
Il gruppo di ricerca della sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica del dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata si era, già in passato, interessato alla possibile interazione tra ansia e modulazione della flora intestinale. Con il lavoro: Evidences of a New Psychobiotic Formulation on Body Composition and Anxiety a cura di Carmela Colica, Ennio Avolio, Patrizio Bollero, Renata Costa de Miranda, Simona Ferraro, Paola Sinibaldi Salimei, Antonino De Lorenzo, e Laura Di Renzo, questa equipe aveva infatti investigato la possibile correlazione tra ansia, dieta, composizione corporea ed assunzione di un particolare probiotico.
I risultati ottenuti dimostrarono come la modulazione della flora intestinale a seguito della somministrazione di una ben determinata miscela di ceppi costituita da: 1.5 × 1010 CFU di Streptococcus thermophilus, 1.5 × 1010 CFU di Lactobacillus bulgari, 1.5 × 1010 CFU di Lactococcus lactis subsp. lactis, 1.5 × 1010 CFU di Lactobacillus acidophilus; 1.5 × 1010 CFU di Streptococcus thermophiles; 1.5 × 1010 CFU di Lactobacillus plantarum; 1.5 × 1010 CFU di Bifidobacterium lactis; 1.5 × 1 1010 CFU fosse stata in grado di modulare sia la composizione corporea che lo sviluppo dello stato di ansia.
Con un nuovo e recente studio pubblicato: Psychobiotics Regulate the Anxiety Symptoms in Carriers of Allele A of IL-1β Gene: A Randomized, Placebo-Controlled Clinical Trial di P. Gualtieri , M. Marchetti, G. Cioccoloni , A. De Lorenzo , L. Romano , A. Cammarano , C. Colica , R. Condò , and L. Di Renzo, i ricercatori, in questo caso, hanno dimostrato come l’assunzione di un determinato probiotico, non a caso definito psicobiotico, riesca a modulare la percezione e lo sviluppo dell’ansia in soggetti teoricamente predisposti, poiché portatori della mutazione genica relativa all’IL1Beta.
Questo studio, particolarmente raffinato ed elegante nella sua genesi, si è avvalso di due distinti gruppi di pazienti a cui sono stati somministrati un probiotico ed un placebo per 12 settimane. Ai partecipanti sono stati poi somministrati test quali Hamilton Anxiety Rating Scakle (HAM-A), Body Uneasiness Test (BUT) e Symptom Checklist 90-Revised (SCL90R), è stata anche investigata l’espressione genica attraverso un’estrazione del DNA salivare e seguente reazione a catena della polimerasi (PCR).
I risultati ampliano gli attuali scenari e innescano una doverosa discussione.
Infatti, mentre da un lato appare imperativo investigare in modo più approfondito il legame tra alcuni polimorfismi genici e la genesi e la progressione dell’ansia, dall’altro sembra chiaro ed evidente come la particolare formulazione del probiotico, testato nello studio, sia stata in grado di modificare la composizione della flora intestinale, al punto tale da mitigare notevolmente i sintomi legati all’ansia riporti dai partecipanti allo studio.
Questi studi inoltre, mettono in evidenza l’importanza del cosiddetto “asse intestino-cervello” ed aprono scenari interessanti nel campo della supplementazione di probiootici in grado di contrastare, o mitigare, i sintomi di importanti patologie psichiatriche come ansia e depressione.
Evidences of a New Psychobiotic Formulation on Body Composition and Anxiety
Psychobiotics Regulate the Anxiety Symptoms in Carriers of Allele A of IL-1β Gene: A Randomized, Placebo-Controlled Clinical Trial
Clinical, gut microbial and neural effects of a probiotic add-on therapy in depressed patients: a randomized controlled trial
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29147070/