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https://www.gqitalia.it/article/hara-hachi-bu-dieta-longevita-come-funziona

Ecco alcuni passaggi dell’intervista:
“…Sulla carta, sembra fantastico. «Il problema è che non possiamo sapere con certezza cosa significhi davvero quell’“ottanta per cento”», spiega Marco Marchetti, professore associato di Scienze e tecniche dietetiche all'UniCamillus di Roma. «Perché l’idea alla base dell’hara hachi bu - mangiare fino a non sentirsi completamente pieni - è corretta, ma tutto viene lasciato alla personalizzazione». E il rischio è pensare che basti ridurre le quantità senza considerare la qualità dei nutrienti. «Per esempio, se assumo un grammo di carboidrati o di proteine introduco comunque 4 calorie. Ma il senso di sazietà dato dai grassi è molto più alto rispetto a quello delle carboidrati o proteine. Ogni nutriente, infatti, ha un impatto diverso sul metabolismo e sulla costruzione delle masse corporee»…”
“..In realtà, il senso reale del messaggio giapponese è più semplice: «Ridurre la quota calorica. Mangiare un po’ meno rispetto al fabbisogno». Questo, sottolinea Marchetti, è un principio alla base di molti protocolli di longevità. «Noi siamo un fenotipo risparmiatore, ci siamo sviluppati attraverso cicli di carestia. Oggi viviamo nella sovrabbondanza e il nostro corpo non è abituato. È uno dei motivi per cui mangiare un po’ meno funziona, per vivere in salute». Il detto delle nonne - alzarsi da tavola senza sentirsi completamente sazi - resta per lui una sintesi intelligente, ma incompleta: «Le nostre nonne mangiavano molto la mattina, pochissimo la sera, consumavano alimenti di qualità. Non vivevano a lungo solo perché mangiavano meno: seguivano un pattern alimentare e di vita complessivo»…”
"…E vale anche per perdere peso: «Dimagrire significa perdere massa grassa. Per farlo, all'interno di un deficit calorico devo assicurare un apporto proteico corretto, un equilibrio tra omega 6 e omega 3, e una buona quota di micronutrienti. Altrimenti perdo peso ma peggioro la mia composizione corporea, perché perdo massa muscolare, cioè il nostro bene più prezioso». E quindi: «Nella dietoterapia mediterranea, circa il 60% delle calorie dovrebbe venire dai carboidrati, distinguendo tra complessi e zuccheri semplici, che non dovrebbero superare il 5–10%. Il 30% dai grassi, con pochi saturi, più monoinsaturi - come l’olio extravergine d’oliva - e una quota di polinsaturi, omega 6 e omega 3. Le proteine, invece, dovrebbero essere parametrate alla massa muscolare. Apporti pari a 0,8–0,9 grammi per chilo di peso corporeo, sono valori minimi raccomandati, da aumentare, appunto, in chi ha più massa muscolare o fa attività fisica"…
"Quanto ai fondamentali micronutrienti: «Li garantisce la qualità della filiera. Verdura, frutta e alimenti vegetali devono essere stagionali e, se possibile, da agricoltura biologica. Perché la salute passa soprattutto dai micronutrienti: polifenoli, idrossitirosolo, vitamine, tutte molecole che non vantano apporto calorico, ma sono decisive"

